La Pastorale liturgica ha il compito di rendere più accessibile la celebrazione liturgica al popolo di Dio, colto non più come inerte e paziente spettatore di cose che non gli sono riservate, ma come concelebrante , la realtà di un mistero in cui è pienamente coinvolto in prima persona, in virtù anche del suo sacerdozio battesimale. Partecipare alla liturgia significa entrare in vivo contatto con le realtà sante che si attuano nell’ambito della celebrazione e venirne direttamente coinvolti. L’azione liturgica si esprime attraverso un linguaggio simbolico, fatto di riti e parole; parole che spiegano il rito che, a sua volta, attua la parola.Tutto ciò comporta che le azioni liturgiche e il clima creato attorno ad esse siano particolarmente curati, per metterne in evidenza il loro significato profondo, così da renderlo facilmente raggiunto e vissuto dall’assemblea. La gestualità rituale, infatti, posta in una cornice liturgica, dice l’esprimersi del mistero, a cui siamo configurati e in cui siamo coinvolti.
Potremmo definire la pastorale come l’azione propria della Chiesa, storicamente contestuata, finalizzata a trasmettere Cristo all’uomo. Un Cristo che, ovviamente, non è più in carne ed ossa, ma si presenta oggi sotto forma di Parola annunciata, celebrata e vissuta.
Oltre a preservare l’attività liturgica della parrocchia e le celebrazioni, la pastorale cura la formazione dei ministri che servono l’altare e i ministri straordinari della comunione.